Il mondo di una Bounty Hunter

MILA: DAL ROMANZO AL FUMETTO

Il fumetto Red Dread nasce dall’incontro di Matteo Strukul, autore padovano ideatore e fondatore di Sugarpulp che con “La ballata di Mila” per le edizioni E/O – romanzo vincitore del PREMIO SPECIALE VALPOLICELLA e SEMIFINALISTA AL PREMIO SCERBANENCO/LA STAMPA – ha conquistato critica e pubblico, e Alessandro Vitti, star italiana del fumetto internazionale, che ha firmato tavole straordinarie per storie a fumetti per MARVEL, SERGIO BONELLI EDITORE oltre che per la SOLEIL francese. Dall’incontro di questi due talenti arriva il fumetto ispirato alla protagonista del romanzo di Matteo Strukul: Mila Zago – aka Red Dread. Alessandro Vitti dà così un volto alla bella eroina veneta.

Non solo: la serie è appena stata nominata per il premio Leone di Narnia a Narnia Comics 2012 – 8 e 9 settembre 2012 – come miglior serie a fumetti, mentre il 5 agosto – in piena estate – uscirà il numero 2, l’atto secondo, con doppia foliazione (Spillato, 52 pagine, b/n, euro 10). A ottobre in occasione di Lucca Comics & Games sarà la volta del terzo e conclusivo atto. Sempre per la Lateral Publish http://www.lateral-studio.com/ con la distribuzione di Pan (il più importante distributore italiano di fumetti).

Il nuovo numero conterrà addirittura una prefazione firmata da Victor Gischler sceneggiatore americano per la Marvel comics degli X – MEN.

 

LA STORIA DI

DELTA MACCHIATO DI SANGUE

 

Un’isola misteriosa al centro del Delta del Po. Una natura selvaggia e incontaminata. Una missione impossibile per Mila Zago aka Red Dread. La cacciatrice di taglie al soldo della Bounty Hunter European Guild (B.H.E.G.) dovrà individuare il covo di un branco di assassini sanguinari che riducono in schiavitù uomini di colore. Rapiti dai centri d’accoglienza, gli uomini vengono messi a lavorare in un laboratorio clandestino per la droga, nascosto nel Delta.

 

Una discesa all’inferno per la Bounty Hunter della B.H.E.G. (l’agenzia europea, specializzata nelle Black Ops) che mescolerà ritmo adrenalinico e parossismo visivo. Un’avventura spietata che avrà lo stesso sapore delirante e iperviolento di “Aguirre, Furore di Dio” di Werner Herzog. Perché la ricerca porterà Mila oltre il confine dell’orrore, oltre la porta dell’Ade.

 

Costruito con un occhio al nuovo cinema horror americano di Rob Zombie (“La casa dei 1000 corpi”, “La casa del Diavolo”) e con l’altro al gotico padano di Pupi Avati (“La casa delle finestre che ridono”), miscelando la grande lezione di un classico come H.P. Lovecraft con le nuove intuizioni di maestri del fumetto come Frank Miller e Alan Moore, Matteo Strukul e Alessandro Vitti si muovono in un terreno narrativo ad alto tasso spettacolare, shakerando action, horror, sugarpulp e proponendo un nuovo concetto di fumetto italiano.

 

Matteo Strukul ha dichiarato: “Io e Alessandro abbiamo lavorato a lungo sulle atmosfere nel tentativo di rendere a livello di narrazione e immagini gli umori, le nebbie e l’inquietante bellezza del Delta del Po. Abbiamo provato a porci sulle tracce di Howard Philippe Lovecraft – il maestro indiscusso della letteratura horror – che, secondo una leggenda, sarebbe partito nel 1927 dal Rhode Island per approdare in Italia e compiere un viaggio sul Delta del Po per carpire le magiche atmosfere di un luogo unico al mondo. Con “Mila: Delta macchiato di sangue” abbiamo provato a rivisitare la classica narrativa horror alla luce delle moderne suggestioni di un certo cinema americano e italiano. Per far questo abbiamo saccheggiato l’iconografia del Delta: le lagune, le paludi, le velme, le battane dal fondo piatto, i moli inghiottiti dalla nebbia, i casoni abbandonati.

 

In quest’ambiente spettrale e allucinante si muovono una serie di personaggi: dalla bellissima Mila, killer veneta al soldo della BHEG già protagonista del romanzo uscito per le edizioni E/O, ad una famiglia di maniaci della Bassa Emiliana, passando per bluesmen riposseduti e diabolici che suonano appunto il blues, la musica del diavolo, in un modo molto particolare, fino a un mafioso giapponese della Yakuza.

 

Lo stile di Alessandro Vitti è onirico e violento, imbevuto di suggestioni gotiche e noir. L’artista realizza un montaggio delle illustrazioni frenetico, sincopato, definitivamente cinematografico, cura ogni sequenza in modo esemplare, ed ogni spazio, ogni inquadratura – sia essa una spietata scena di combattimento o un’intima confessione – è ricca, brulicante dettagli, ha il sapore della sfida pittorica”.

 

“L’albo vuole essere” dice Alessandro Vitti “una specie di ‘omaggio’ ai classici del fumetto italiano (in stile L’Ombra di Hugo Pratt, per intenderci), con pagine a vignette orizzontali in bianco e nero. Una scelta stilistica controcorrente e ‘anacronistica’ che, sviluppata a dovere, potrà sicuramente intrigare tutti quei lettori più ‘maliziosi’ che ricercano, nel fumetto, quelle piccole chicche che rendono la lettura piacevole e diversa”.

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